L'impianto natatorio, oggetto dell'intervento, è collocato all'interno di un Villaggio Turistico sito in provincia di Varese, in un territorio dal forte contesto naturale, costituito da ampi boschi posti ai margini della città costruita. La struttura balneare realizzata negli anni settanta presentava tre vasche di diverse dimensioni e due locali di servizio eretti senza alcuna logica architettonica nel cuore del complesso. La vetustà della costruzione ha reso necessario un adeguamento tecnologico completo e radicale. Lo stato dei luoghi, prima dell' intervento, evidenziava forti limitazioni alle attività svolte all'interno del complesso natatorio, in particolare: il terreno presentava una marcata pendenza verso il confine dell'area rendendo difficoltosa la fruibilità dello spazio, non risultavano zone d'ombra per i villeggianti ed, in fine, la Committenza lamentava la mancanza di un'area dedicata allo svago diurno ed utilizzabile anche di sera per feste danzanti. In quest'ottica, l'intervento si concentra sul tema del "limite" per meglio identificare lo spazio collettivo. Volumetrie minime, talvolta ridotte a veri e propri recinti, si integrano alla morfologia del terreno definendo in maniera chiara l'area d'intervento; finiture in pietra naturale e legno caratterizzano il progetto, inserendolo armonicamente nel contesto nel quale si colloca. L'ammodernamento dell'impianto idraulico ha reso necessaria la demolizione del locale pompe esistente e la realizzazione di uno spazio tecnico decisamente più capiente. Partendo dal presupposto che il terreno esistente presentava un declivio verso sud e dato per assodato che uno degli obiettivi principali dell'intervento era il livellamento del terreno dedicato a solarium verde, si è intervenuti semi-interrando il locale tecnico in prossimità del lato sud dell'area, là dove il terreno si trova alla sua quota più bassa. Questa soluzione progettuale ha ridotto sensibilmente la quantità di terra da scavare, garantendo l'accesso al locale tecnico dalla quota del percorso esistente, in modo da agevolare lo scarico e la manovra delle apparecchiature tecniche per la loro posa e la successiva manutenzione. La differenza di quota ha consentito, inoltre, la realizzazione di un vero e proprio prospetto principale, capace di distinguersi come segno collettivo, nel disordine gerarchico del tessuto edilizio esistente. Una volta definito in modo chiaro il "limite" mediante l'attacco a terra (muri di contenimento in calcestruzzo armato rivestito in pietra di Serpentino Classico), si è passati alla definizione dei rimanenti spazi necessari, andando a confermare la priorità del vuoto centrale, posto in asse alle vasche, che funge da scena fissa dell'intero organismo architettonico. A tal fine si è optato per la realizzazione di recinti che limitano lo spazio su tre lati, lasciando libero il fronte a cui intendono rivolgersi. Pertanto, il loro orientamento, determina l'utilizzo degli spazi ed il rapporto di essi con il contesto naturale. Si tratta di un principio che indaga la "variazione sul tema" senza far perdere l'unitarietà dell'intervento. I primi due elementi a "C" si ergono in prossimità del fronte sud, in maniera assiale e simmetrica rispetto alle vasche, determinando un vuoto centrale che identifica l'aula collettiva all'aperto. In netta contrapposizione ai due volumi murari si è pensato di intervenire, nella parte centrale, con un sistema strutturale a telaio metallico al quale si è deciso di ancorare, nella parte interna, una "pelle leggera" costituita da frangisole in legno. Questo diaframma, esposto perfettamente a sud, consente di ombreggiare parte dell'aula all'aperto mantenendola comunque sempre ventilata. A completamento di tale struttura troviamo una pavimentazione in legno di Teak ed una grossa tenda scorrevole, che meglio identificano il luogo dello stare. L'elemento posto ad est del suddetto spazio, si apre verso la strada ergendosi a protezione del cavedio d'accesso al locale tecnico. Quello situato ad ovest contiene al suo interno un piccolo locale tecnico accessibile dalla quota di utilizzo delle piscine. A chiusura dei locali, poc'anzi descritti, è prevista la realizzazione di coperture e pareti metalliche. Il terzo ed ultimo elemento a "C", anch'esso realizzato con muri rivestiti in pietra, racchiude la struttura metallica esistente dei servizi igienici, lasciando libero il prospetto d'ingresso, rivestendolo con nuove lastre metalliche e riducendolo alle sue linee essenziali. Per quanto riguarda i bacini d'acqua, è necessario affermare che le due vasche di dimensioni inferiori sono state unite in un'unica vasca polifunzionale, mentre la vasca avente dimensioni maggiori, dedicata al nuoto, è stata ristrutturata mantenendo la sagoma di quella esistente.